Con una formazione accademica in Pittura e una lunga esperienza nel restauro decorativo, Daniela Mastrorilli ha attraversato diversi ambiti dell’arte applicata, con uno stile che unisce la precisione del mestiere alla libertà del gesto creativo. Dopo aver lavorato per anni in cantieri di restauro – tra cui Palazzo Reale e la Chiesa del Carmine a Genova – sceglie di trasferire le proprie competenze nel mondo dell’illustrazione e del fumetto, specializzandosi come inchiostratrice e colorista.

Da oltre vent’anni collabora stabilmente con Andrea Ferraris, fumettista e autore. Insieme lavorano per Disney e per l’editore danese Egmont, portando avanti un processo di disegno e inchiostrazione realizzato con tecniche tradizionali a pennino e pennello. Questa scelta è oggi un tratto distintivo della loro firma artistica.

A Novalia, Mastrorilli insegna con un approccio formativo diretto, concreto, profondamente esperienziale: «Insegno quello che faccio nella vita: inchiostrazione, colorazione e tecniche grafiche». Rigorosamente a mano.

Considera la manualità un esercizio cognitivo che sintonizza la mano al cervello e permette di interiorizzare processi e segreti del fare artistico, costruendo consapevolezza attraverso il dialogo con la materia.

Nel suo laboratorio, gli studenti sperimentano le diverse reazioni che si producono dalle innumerevoli combinazioni di materiali diversi – carta, pennini, pennelli, matite e tutti i generi di pigmenti. «L’effetto finale dipende da tante variabili. Per questo li spingo a sperimentare: per conoscere, conoscersi e capire cosa vogliono ottenere».

Il suo metodo incoraggia l’individualità senza abbandonare la struttura. Segue gli studenti individualmente, con esercizi calibrati su attitudini e interessi personali, ma: «Non li lascio completamente liberi: cerco di intuire cosa li muove e li accompagno. Il lavoro di ricerca può essere frustrante: voglio aiutarli a trovare soddisfazione nel percorso che scelgono».

Crede nella versatilità come competenza chiave per il futuro, e nel valore del gesto manuale che si afferma anche, e forse soprattutto, nell’era digitale. Il suo insegnamento è concreto, rigoroso e generoso: «Stare con i ragazzi è sempre bellissimo. Loro danno a me tanto quanto io do a loro, se non di più».

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